Relazione di coaching con umani e intelligenza artificiale

Relazione di coaching con umani o intelligenza artificiale? 2 persone alla pari o un chip?

Relazione di coaching con umani e intelligenza artificiale

Per relazione di coaching con umani si intende il coinvolgimento individuale che coach e clienti, in quanto persone, portano nell’attività e relazione di coaching; avviene così anche con l’intelligenza artificiale?

Cosa sapere per scegliere la relazione di coaching tra esseri umani

La relazione di coaching tra esseri umani avviene in un contesto di fiducia e rispetto reciproco in cui poter esprimere liberamente unicità, identità ed i propri significati di esperienze soggettive, valori, talenti e sfide personali.

Si tratta di uno “scambio alla pari, e la mia riflessione in questo articolo vuole richiamare l’attenzione sugli aspetti di correlazione umana con risvolti sui comportamenti delle persone, piuttosto che sull’ applicazione tecnologica dei diversi sistemi di intelligenza artificiale, che pure sta avvenendo in modo rapido e pervasivo, lasciando comunque ancora aperti interrogativi etici, di privacy e di responsabilità nel loro utilizzo.

L’impatto dell’intelligenza artificiale nel processo di coaching

Per quanto riguarda l’impatto specifico dell’intelligenza artificiale sul coaching è ormai dimostrato che il suo utilizzo è possibile per semplificare le operazioni che accompagnano l’attività del coaching da un punto di vista strettamente operativo e organizzativo.

Con l’uso dell’intelligenza artificiale è possibile ad esempio fissare gli appuntamenti, inviare email di followup sui contenuti emersi, mandare promemoria degli incontri futuri, registrare le conversazioni per riascoltarne e riassumerne dei passaggi.

Queste sono tutte azioni replicabili meccanicamente e in qualche modo sempre uguali e velocizzabili, e complementari rispetto alla dinamica di relazione umana vera e propria.

Anche se risponde agli input che riceve (prompts), l’intelligenza artificiale decisamente non compie azioni legate alla percezione vera e propria dei contesti del momento, né pensa, né inventa, né sa cosa fa.

Cosa fa dunque l’intelligenza artificiale?

Immagine umana riprodotta su un robot: coaching di umani o di intelligenza artificiale?

Intelligenza artificiale: come funziona

L’intelligenza artificiale, nella tecnologia comune dei chatbot (es. ChatGPT), è un sistema addestrato per riconoscere e restituire il linguaggio umano, identificando schemi, e sequenze di parole prevedibili riprese da una gran mole di dati incamerati nel passato.

E’ una macchina che esegue comandi e restituisce informazioni oggettive e generalizzabili.

Questo avviene in base a regole preimpostate e che, secondo calcoli di probabilità, si incrociano con un significato plausibile, per così dire “preconfezionato, talvolta tuttavia in modo ingannevole e poco accurato, portandosi inoltre dietro tutti i bias presenti nelle informazioni originariamente acquisite.

Quando ricevono un suggerimento, i chatbot analizzano i modelli presenti nelle informazioni acquisite e le confezionano nello stile in cui vengono richiesti, restituendo ciò che più probabilmente un essere umano direbbe in quella situazione. E’ così che le risposte sono spesso una simulazione realistica della conversazione umana.

I chatbot sono programmati per seguire le istruzioni umane ed hanno poco spazio per sviluppare facoltà per le quali non sono stati addestrati, compreso lo sviluppo di emozioni, anche se alcuni ricercatori stanno addestrando macchine a riconoscerle.

L’esperienza soggettiva nella relazione di coaching con umani

Ciò che avviene nel processo di coaching specifico di ognuno è un’esperienza unica e irripetibile, esattamente come lo è la persona in quel momento particolare in cui si coinvolge la relazione di coaching tra umani.

Le domande poste dal coach emergono rispetto al contesto del cliente, non sono determinate da un cliché, e mirano ad agevolare la consapevolezza della persona sui temi in quel momento importanti, fino ad arrivare alla formulazione delle proprie risposte individuali.

Accogliere risposte precostituite, ancor peggio se accettate acriticamente, non è la stessa cosa che impegnarsi in un’esperienza dal vivo, con l’intento di cogliervi il proprio personale significato, influenzato anche dall’imprevedibilità e incalcolabilità del momento.

Vi sono poi 3 attività specifiche che si volgono in una relazione di coaching tra umani, che si sviluppano nell’incalcolabilità del momento e sollecitano in particolare la parte destra del cervello umano.

Parte destra e sinistra del cervello umano: scegliere la relazione di coaching con umani o con intelligenza artificiale

Relazione di coaching con umani e parte destra del cervello

Le attività che si sviluppano in un processo di coaching, tipiche della parte destra del cervello umano, riguardano la creatività intesa come generazione di nuove idee, la sperimentazione di emozioni e l’elaborazione completa del linguaggio. Queste sono tutte cose che l’intelligenza artificiale non riesce al momento ad effettuare.

Vediamole dunque nel dettaglio.

La generazione di nuove idee e scelta di piani d’azione

Anche se l’intelligenza artificiale può aiutare a condurre brainstorming seguendo regole preimpostate e restituendo le idee di cose che ha già registrato (e non sono dunque innovative), è innegabile che solo la persona è in grado di generare idee nuove e originali e risolvere problemi in modo non convenzionale, procedendo per associazione di idee, cogliendo e rielaborando in modo progressivo le intuizioni. Questo è ciò che avviene anche attraverso il coaching, nel momento in cui si sviluppano ragionamenti scomponendo regole, pregiudizi e preconcetti.

Va inoltre ricordato che è prerogativa esclusiva dell’umano quella di decidere come utilizzare le idee prodotte ed utilizzarle al meglio per la propria evoluzione e sviluppo.

Ed esattamente questo è ciò che avviene con il coaching nel momento in cui si predispongono piani di azione in linea con i propri bisogni ed aspettative.

La sperimentazione delle emozioni e sensazioni corporee

L’intelligenza artificiale ha registrato tra i sui input le informazioni che descrivono le emozioni, e dunque le può identificare, ma solo la persona le può davvero provare, cioè comprenderle e viverle “di pancia”. 

E’ molto chiaro quello che Daniel Goleman, teorico dell’intelligenza emotiva, richiama nei suoi scritti sull’argomento, di seguito citato:

L’intelligenza artificiale opera nell’ambito della sua programmazione e non possiede coscienza o emozioni. Può simulare l’empatia rispondendo in modi considerati empatici nelle interazioni umane, ma è importante ricordare che questa è una simulazione basata su algoritmi e modelli appresi, non una reale comprensione emotiva.”

L’espressione del significato attraverso l’elaborazione del linguaggio

Nella relazione di coaching tra umani ha una grande rilevanza, per l’evoluzione efficace del processo, ciò che le persone formulano con intonazione, durata, cadenza ed enfasi, sottolineature ed accenti, oltre che con le sfumature dei silenzi, delle pause, dei non detti, dei gesti e movimenti a cui la persona assegna un significato.

Tutto questo viene espresso con il linguaggio e il linguaggio dell’intelligenza artificiale può probabilmente rilevare, copiare e restituire i suoni e i timbri di voce delle persone ma non interpretarli e modificarli in relazione ai contesti.

Scritta Human in the AI era- scala del foyer di H-Farm-Relazione di coaching con umani: gli umani nell' era dell'intelligenza artificiale
Reception biblioteca H-FARM – Roncade (TV) Italy

Conclusioni: relazione di coaching con umani e intelligenza artificiale, una scelta da ponderare

Il coaching con umani costituisce una modalità di relazione e un’attività di supporto a ciò che la persona vuole per sé e la propria specifica visione di vita, e si basa sulla comunicazione e sullo scambio alla pari di esperienze soggettive, valori, talenti, sfide personali individuali e uniche.

Le relazioni di coaching tra umani, avviate con le persone giuste, con cui è possibile scendere in profondità nelle riflessioni, hanno un valore trasformativo individuale importante.

L’intelligenza artificiale può fare molte cose e, per alcune di queste, risulta essere uno strumento molto efficiente ma, anche se può assumere sembianze umane come ad esempio succede nei robots, rimane pur sempre una macchina.

E’ bene ricordare che i sistemi di intelligenza artificiale possono presentare caratteristiche che imitano l’umano ma non diventarlo, con tutto ciò che questo significa:

non sanno cosa stanno facendo, né il perché.

Le relazioni di coaching con un’intelligenza artificiale possono essere fuorvianti, soprattutto se non si considera in modo critico ciò che questa restituisce.

In futuro diventerà sempre più importante, come persone, domandarsi e decidere se entrare in relazione e scambiare le proprie esperienze di vita in risposta agli automatismi di una macchina oppure continuare a valorizzare la propria identità e le sfumature della propria esistenza, basate sullo scambio di percezioni ed intuizioni tra persone.

Ti ringrazio per aver letto questo articolo.

Se anche tu vuoi avviare un percorso di coaching tra persone umane, io sono disponibile

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